Weekend ad Agrigento
- gianluca baronchelli
- 23 apr
- Tempo di lettura: 8 min

La Valle dei Templi con il Tempio dei Dioscuri e la città di Agrigento sullo sfondo
Da quando Pindaro nel V secolo a.C. definiva Akragas “città la più bella tra quante abitate dai mortali” ad Agrigento, oltre al nome, molte cose sono cambiate. Ma il fascino duro di questa città greca, araba e normanna resta unico e speciale, tutto da scoprire.
È il tema del doppio di pirandelliana memoria a guidare sguardi e passi di chi giunge ad Agrigento: qui splendida, lì decadente, orgogliosamente arroccata su due colli, il colle di Girgenti e la rupe Atenea; racchiusa tra due fiumi, e posta a sentinella dell’antica Akragas, che a sua volta dal mare guarda in su, verso la città medievale e moderna. L’Agrigento di oggi si sviluppa partendo da un centro storico di impianto arabo e medievale ed è caratterizzata da ripide scale, stretti vicoli e cortili, sui quali si aprono improvvisamente piazze, chiese e palazzi che dal gotico chiaramontano del XIII secolo ci fanno correre al barocco, al neoclassico, fino all’architettura razionalista. Un’ottima offerta gastronomica, dolce e salata, allieterà le molte pause che i dislivelli impongono, e consentirà di ripartire sulle tracce letterarie di Pirandello, Sciascia e Camilleri, che questi luoghi hanno vissuto e raccontato. Irrinunciabile, poi, una giornata nella Valle dei Templi, ovvero l’antica Akragas con il Giardino della Kolymbethra e una gita alla vicina Scala dei Turchi e alla Villa romana di Realmonte. Nel 2025 Agrigento sarà Capitale italiana della Cultura, con un programma di eventi e iniziative ispirati ai quattro elementi empedoclei: Acqua, Terra, Aria, Fuoco.

La Scalinata degli Artisti, nata come progetto di riqualificazione urbana e inserita nelle classifiche delle scalinate più colorate del mondo
GIORNO 1 - VIVERE LA CITTA’
MATTINA
Corroborati da una abbondante colazione, si può partire alla scoperta della parte alta a nord ovest della città: la Cattedrale di San Gerlando, fondata nell’XI secolo dal primo Vescovo di Siracusa, con il massiccio e incompiuto campanile quattrocentesco; all’interno, il bellissimo soffitto ligneo a capriate risalente ai primi anni del Cinquecento. Nell’attiguo e settecentesco Palazzo Arcivescovile si trova il Museo Diocesano con il Tesoro della Cattedrale e i Giardini del Vescovo. Imperdibile, poi, la Biblioteca Lucchesiana, tra le più antiche e preziose della Sicilia, donata alla città e dunque resa pubblica dal vescovo Andrea Lucchesi già nel 1765. Riscendendo verso la parte bassa della città, merita una attenta sosta la chiesa di Santa Maria dei Greci, edificata su un antico tempio greco del V secolo a.C., del quale è ancora visibile parte del crepidoma.
POMERIGGIO
A due passi dal razionalista Palazzo delle Poste, attraverso l’ottocentesca Porta di Ponte imboccate via Atenea, corso principale di Agrigento e ottima meta per shopping, caffè e aperitivi. Risalendola giungerete allo straordinario Monastero di Santo Spirito, tra i più antichi dell’Isola, con elementi di arte romanica, bizantina, arabo-normanna, gotico-sveva, aragonese e catalana. Proseguendo su via Atenea si incontrano la facciata barocca della Chiesa del Purgatorio, la scalinata degli Artisti, il neoclassico Circolo Empedoclese e, infine, piazza Pirandello con la Chiesa di San Domenico e, con accesso dal cortile interno dell’ex convento dei Domenicani, oggi Palazzo di Città, il Teatro civico intitolato a Luigi Pirandello. Da qui, in lieve discesa, Piazza Sinatra e il Belvedere Modugno, quasi a volersi tuffare nel mare che si vede oltre la valle dei Templi.
SERA
Dopo tanto camminare, c’è bisogno di relax e buon cibo. Ginger People & Food è un’ottima idea per la serata, e i motivi sono davvero tanti. Il primo è che si mangia (e si beve!) benissimo, ovviamente, non potrebbe essere altrimenti. Poi, per la stagionalità e la qualità delle materie prime. Un altro motivo è che il cuscus di Mareme Cisse, chef senegalese del ristorante, si è aggiudicato il titolo di campione del mondo al World Couscous Championship al Couscous Fest di San Vito Lo Capo. Perché i tre percorsi che Mareme propone, Colori di Terra, Venti di Mare e Sentori di Pascoli fanno viaggiare tra mondi, sapori e culture lontani, eppure vicinissimi tra loro. Perché il ristorante è parte di un progetto più ampio portato avanti dalla cooperativa sociale Al Kharub. E, infine, perché la vista sulla Valle dei Templi, da qui, è davvero impareggiabile.

Il Tempio della Concordia all’ora blu, con il mare sullo sfondo
GIORNO 2 - A PASSEGGIO NELLA STORIA
MATTINA
L’antica Akragas, oggi nota come Valle dei Templi, è Patrimonio dell’Umanità Unesco, e da sola vale il viaggio. L’estensione del sito e il gran numero di cose da vedere consiglierebbero di spezzare la visita tra mattina e pomeriggio, o almeno di non limitarla a un paio d’ore, col rischio di trascurare davvero troppe meraviglie. Da est a ovest, i templi principali che incontrerete sono il Tempio di Giunone con il suo monumentale altare per i sacrifici; il Tempio della Concordia, il più famoso e meglio conservato con le sue trentaquattro colonne e, adagiato su un fianco, Icaro caduto, imponente scultura contemporanea di Igor Mitoraj. Proseguendo lungo il percorso, il Tempio di Ercole, il Tempio di Giove e il Tempio dei Dioscuri, a dialogare con scorci di mare, di natura e con la città di oggi, in un avvicendarsi continuo di prospettive e vedute di grande suggestione.
POMERIGGIO
Cominciate il pomeriggio perdendovi, con tutta la calma del mondo, nel Giardino della Kolymbethra, che affonda le sue origini nel V secolo a.C., fiorisce in epoca araba, diventa meta imprescindibile del Grand Tour, amato e raccontato poi, tra gli altri, anche da Pirandello e Camilleri; un paradiso di agrumi, anche antiche varietà non più coltivate, e poi ulivi, mandorli, fichidindia, ogni sorta di albero da frutto, e una ricchissima macchia mediterranea. Godetevi anche le strategiche panchine e poi, da qui, proseguite raggiungendo la duecentesca Chiesa di San Nicola, bell’esempio di architettura romanico-gotica. Parzialmente compreso nei locali dell’antico monastero cistercense, infine, il Museo Archeologico, uno dei più importanti della Sicilia, con il gigantesco telamone del Tempio di Giove Olimpico.
SERA
L’osteria ex panificio Buvette, in piazza Sinatra, è il meritatissimo premio per le fatiche del secondo giorno. Perché la piazzetta è carina assai, con vista sulla Chiesa di San Domenico e sul Palazzo di Città, e perché il vicino Belvedere Modugno vi farà abbracciare il mare prima, e dopo cena. E poi, ovviamente, perché carta dei vini e cucina sono di ottimo livello: tra proposte rigorosamente stagionali e del territorio, spiccano prodotti slow food e ricette della tradizione reinterpretate con fantasia e misura. Assaggiate lo spiedino di sarde a beccafico; tra i primi, i ravioli di ricotta di capra girgentana, e tra i secondi, il brusciuluneddru cù sucu. Non sapete cos’è? Buona scoperta! Il servizio è veloce, e il locale è bello, di quelli che ti fanno stare bene, arredato con gusto e calore.

La meraviglia della Scala dei Turchi
GIORNO 3 - NATURA E DINTORNI
Vale davvero la pena di dedicare un giorno in più alla scoperta del territorio e della costa dell’Agrigentino tra cultura, archeologia, mare e natura.
CASA MUSEO DI PIRANDELLO
Scendendo da Agrigento in direzione di Porto Empedocle, in Contrada Kaos – che nome meraviglioso! – a pochi passi dal mare, c’è la casa museo di Luigi Pirandello, ove lo scrittore visse la sua infanzia e adolescenza. Un bell’allestimento, anche multimediale, attraverso sei sale tematiche ripercorre vita, temi, opere e parole dell’illustre figlio di Agrigento spaziando dai paesaggi dell’anima alle maschere, dalla produzione teatrale e cinematografica ai romanzi e novelle. Usciti in giardino, percorretelo tutto, seguendo il mare con l’occhio e con l’orecchio, fino a giungere a quel che resta del pino solitario ove Pirandello ha voluto che riposassero le sue ceneri, in un’urna ricavata da una pietra della rupe Atenea.
VILLA ROMANA DI DURRUELI
Superata Porto Empedocle in direzione Scala dei Turchi, seguendo la SS15 oppure la più panoramica strada costiera 115ter, in una quindicina di minuti arriverete alla Villa Romana di contrada Durrueli, a Realmonte. Compresa tra Punta Piccola e Punta Grande alla foce del fiume Cottone, è una villa patrizia di età imperiale, risalente al I secolo d.C., riccamente decorata all’epoca con marmi e mosaici. Ancora ben riconoscibile oggi è la vasta zona delle terme, così come parte del colonnato del peristilio e una porzione dei mosaici. L’insieme, affacciato sulla baia e sulla splendida, stretta spiaggetta a mezzaluna, merita davvero una sosta e una passeggiata sino alla vicinissima Scala dei Turchi.
SCALA DEI TURCHI
Ora, come potete trovarvi da queste parti, e andarvene senza aver ammirato lo spettacolo, davvero unico, della Scala dei Turchi? Il nome evoca le incursioni saracene dell’XI secolo e oltre, e si dice che i predoni, ancorate le navi in baia, si arrampicassero sulle falesie per poi riversarsi all’interno per le loro razzie... pregevole storytelling, ma nulla di vero, era molto più agevole aggirarla! È invece più che reale la bellezza di questa falesia di bianchissima marna modellata in milioni di anni dal vento e dal mare, una sorta di gradinata abbacinante, a picco sull’acqua tra il verde della vegetazione, l’oro della sabbia e il mare cangiante a seconda dell’ora e delle stagioni, dal blu più profondo al grigio ferro.

Via Atenea, corso principale di Agrigento e ottima meta per shopping, caffè e aperitivi
TOP 4 GASTRONOMIA E PASTICCERIA
PANIFICIO DALLI CARDILLO
Il pane è ottimo, e pure i taralli dolci al limone. Ma è sui mitici pezzi da rosticceria che qui danno il massimo. Non potete non provare la rizzuola, o ravazzata fritta al ragù, l’ammiscata con olive, salsiccia e caciocavallo e poi, pian pianino, arancine, sfincione, pizza palermitana, panino con le panelle...
CAFFÈ CONCORDIA
Un’istituzione, imperdibile a colazione: da provare i ciarduni, ovvero dei piccoli cannoli potenziati con granella di mandorle, a sposare ed esaltare la classica ricotta di pecora. E poi, la mitica genovese, vanto del locale dal 1948.
PASTICCERIA GIUSEPPE INFURNA
Nella centralissima via Atenea un pronto soccorso di energia e zuccheri di sublime qualità: da provare senza indugio i ricci di pistacchio, i ricci di mandorla, e il classico buccellato con i fichi.
Non fanno il caffè. Ma ti dicono, a ragione, che il caffè lo fanno ovunque, i loro dolci no.
MONASTERO DI SANTO SPIRITO
Un solo comandamento: dopo la visita, che non vi deluderà, assaggiate il cuscus dolce di pistacchio. E l’estasi sarà totale.

La casa museo di Luigi Pirandello in contrada Kaos
TOP 3 LETTERARIA, IN RIGOROSO ORDINE TEMPORALE
PIRANDELLO
Nessuno più di Pirandello ha narrato Agrigento, o meglio l’antica Girgenti: molte novelle, romanzi e commedie del premio Nobel sono ambientate tra le vie, le piazze, e nelle campagne di questo lembo di Sicilia. Un titolo, opera bellissima anche se non tra le più note? Il romanzo del 1913 I vecchi e i giovani.
SCIASCIA
Con Leonardo Sciascia, originario di Racalmuto e legatissimo a questa terra, i luoghi, pur riconoscibili, acquistano una dimensione nuova, metafisica, legata alla sicilitudine, splendida definizione coniata da Crescenzio Cane e utilizzata anche da Sciascia. Un titolo per partire?
Le parrocchie di Regalpetra.
CAMILLERI
È il segreto di Pulcinella, ma insomma: se l’immaginaria Vigata di Camilleri è Porto Empedocle, la Montelusa ove il povero Montalbano è costretto a raggiungere il signori e quistori è Agrigento. Divertitevi dunque a scoprirne nomi delle vie, luoghi e tracce nelle indagini del commissario. Un titolo, tra i tanti? Il gioco degli specchi.
CONSIGLIO PRATRICO
Il navigatore – qualunque navigatore – tende allegramente a impazzire ad Agrigento, e a volervi far percorrere in auto scalinate, vicoli e strade ove avrebbero problemi ad affiancarsi due biciclette.
Il consiglio, per la prima volta che ci arrivate, è quello di cercare parcheggio senza avventurarvi in centro storico: impostate dunque piazzale Vittorio Emanuele, e da qui, se non doveste trovare posto, attraverso via delle Torri seguite la lunga via Empedocle.
[testi e fotografie © GianlucaBaronchelli / TRAVELER National Geographic – 2024]